mercoledì 31 gennaio 2007

Il “check” Burberry made in China?

Grande ressa in questi giorni davanti alle vetrine di Burberry (New Bond Street). E non (solo) per i saldi. Gli operai del prestigioso marchio Burberry fanno “picchetto” con cartelli che inneggiano il British style. «B+B: keep Burberry british!»: l'inglese Burberry resti agli inglesi. Il nuovo management dell’azienda ha deciso infatti, finiti i saldi invernali, di chiudere lo stabilimento gallese di Rhonnda Valley, di licenziare circa 300 dipendenti e di traslocare la produzione in Cina in quanto “Non ci sono alternative di tipo commerciale”. Numerose e “illustri” le firme e le adesioni apparse sul sito Keep Burberry British: da Emma Thompson a Tom Jones. Elisabetta II nominò il marchio ambasciatore della Regina e da sempre è simbolo dell’eleganza inglese. Uno smacco troppo grande per il Regno Unito. Chissà cosa direbbe Audrey Hepburn, attrice che tanto amava il marchio Burberry ed i suoi famosi trench.

8 commenti:

StarSailor ha detto...

Uno dei negozi da me frequentati, storico esclusivista Burberry, ha già annunciato ai clienti che dalla prossima stagione potrebbe non portare più il mitico marchio. Se così sarà, attendo la svendita di tutto ciò che hanno dentro! ;)
Anche della sacca da golf in pelle dal valore inestimabile a cui faccio la corte da una vita! :)

Ciao,
Franc.

PS: ho il blog fuoriuso sennò rilanciavo la tua notizia.

Giuly ha detto...

Ciao Francesco,si la notizia mi ha lasciato davvero di stucco! Un marchio di tale valore che entra nel clan di tanti altri stilisti (v. Ralph lauren solo per dirne uno)e trasloca in cina perchè gli costa meno..solo che sono sicura che i prezzi rimarranno sempre moolto alti. é giusto??
p.s. Quando "svende" il tuo negozio fammi sapere che vengo! :))

StarSailor ha detto...

No che non è giusto.
Da BB avranno notato le contraffazioni cinesi dei loro prodotti vendute agli angoli delle strade per quattro soldi e si saranno resi conto che conviene anche a loro andare a produrre lì, con quegli standard.
Come si suol dire "acchiappano due piccioni con una fava": abbassano i loro costi di produzione utilizzando (magari) la manodopera che già produce BB (contraffatti).
Dal punto di vista strategico ci sta tutto, ma il fascino del marchio ne risentirà eccome. Almeno per me (e ti giuro che perdono un buon cliente, soprattutto per i regali al femminile). :)

Ciao,
Franc.

PS: ti faccio sapere, ma per dove vivo io fai (quasi) prima ad arrivare in Cina! :)

Giuly ha detto...

Davvero una giusta ed interessante affermazione. Io sono seguace del detto " Chi più spende meno spende". ma il prezzo deve essere giustificato da un'alta qualità. Se no non ha senso.
Grazie Fra e a presto!

Anonimo ha detto...

Ma l'unico consiglio che posso dare per chi può è quello di fare incetta di burberry made in great britain. A Firenze in via Tornabuoni c'è ancora qualcosa...tipo le fitted polo.
L'unica soluzione, mi sembra, boicottare Burberry...finchè la produzione non tornerà in patria.
Se tutti i pecoroni continuerranno a comprare solo perchè c'è il marchio finirà come per Jaguar, Buuberry diventerà cinese o indiana

Anonimo ha detto...

Purtroppo solo dopo aver comprato la borsa che sogno da anni mi sono accorta del made in china...maledetto!!! cosa dirò ora a tutte quelle persone che sanno la mia campagna contro il made in china???? oltre il danno la beffa di averci dato 400 euro:-( ciaoo

Anonimo ha detto...

Ho comprato una borsa bury e all'interno c'e' scritto made in china fatemi capire non e' originale?

Unknown ha detto...

Anche io acquistato un usato, ma dato che ho cercato come riconoscere l'originale cercando l'etichetta con il codice , leggo made in Cina, ho pensato fosse falsa. È stata acquistata a Londra da chi me l'ha venduta